Dopo la sfida che ha visto scontrarsi Spectrum e Commodore soprattutto negli anni Ottanta, nei primi anni Novanta anche in Newel si disputò una delle più feroci “guerre” tra i colossi dell’intrattenimento ludico digitale. La sfida tra due console a 16bit: il Sega Mega Drive e il Super Nintendo.
Se tra Spectrum e Commodore, alla lunga la sfida fu vinta agevolmente dalla mamma del C64 e dell’Amiga, non solo per questioni tecnologiche, tra Mega Drive e Super Nes la sfida fu invece molto più combattuta.
Siamo nel 1988 quando in Giappone esce il Sega Mega Drive, una console a 16 bit uscita poi l’anno successivo anche negli Stati Uniti con il nome di Genesis. In Europa la console debutta nel 1990 distribuita dalla Giochi Preziosi ma viene venduta anche da diversi distributori paralleli. Il sistema garantiva la retro compatibilità con i giochi di Master System ma il gioco che fece esplodere le vendite fu Sonic The Hedgehog, l’alternativa al Mario di casa Nintendo.
La Nintendo era arrivata sul mercato con il Super Nintendo Entertainment System (SNES) solo nel 1990 e due anni dopo in Europa. Nei primissimi anni dal lancio fece un po’ fatica rispetto alla console della Sega già presente ma l’arrivo di Super Mario e Zelda la lanciò definitivamente tanto che alla fine riuscì a superare in termini di vendite la sfida con la concorrente, e a sopravviverle.
Newel, per soddisfare la grandissima richiesta di prodotti – al tempo venivano evasi oltre 100 pacchi al giorno – fu costretta ad importare dall’estero i prodotti sia giapponesi, sia americani oltre a quelli europei tanto da dover adottare soluzioni per il loro utilizzo sui televisori italiani in formato PAL: in particolare, a seconda dei casi, veniva modificata l’elettronica o gli slot per poter utilizzare le cartucce con form factory diverso (su internet è possibile trovare diversi tutorial a riguardo). Per il Mega Drive venivano vendute cartucce MD PAL, Genesis NTSC e MD Jap NTSC mentre per SNES cartucce PAL e NTSC Jap tanto da adottare delle tabelle per la compatibilità riducendo così i resi.
Newel produsse anche i cavi scart necessari per il collegamento alle tv dell’epoca, permettendo così di giocare con la miglior qualità video anche in Italia. Questo permise alla Newel, soprattutto per il SNES, di vendere la console ancora prima dell’uscita ufficiale per il mercato Europeo.
Su internet è capitato in passato di leggere di cartucce “pirata” prodotte da Newel. In effetti questa cosa non è mai stata confermata. Sono sicuramente state immesse sul mercato cartucce giapponesi fornite con un packaging minimale, ma sicuramente queste cartucce venivano acquistate e importante, in tutta trasparenza, da riconosciuti distributori giapponesi che a quel tempo, probabilmente, non fornivano più di tante formali garanzie. detto questo, produrle in Italia sarebbe stato alquanto complicato oltre che oltremodo costoso.