Newel ha sempre dedicato molta attenzione ai propri clienti, soprattutto a livello di assistenza. E’ importante però ricordare come negli anni Ottanta il livello di informazioni era molto scarso e la formazione a livello informatico era agli albori. Molti prodotti erano avveniristici e le procedure a livello di post-vendita da parte delle case madri e dei produttori di hardware non erano così ben definite ed affinate come oggi. Tutto questo esponeva i rivenditori come Newel alle critiche dei clienti. Proprio per questi motivi il laboratorio divenne con il tempo una risorsa sempre più importante.
Sono tanti i colleghi che hanno lavorato nel reparto tecnico in Newel: oltre a Flavio e Stefano (ebbene si, tra i tanti incarichi in Newel si è occupato anche delle riparazioni), ricordiamo con piacere il “primo” Stefano (diventato poi tecnico esterno e fornitore di diversi “accessori” hardware), Maurizio (detto Giuditta), Alessandro, Savino, Marco ed infine Enrico, quest’ultimo subentrato quando il negozio si era oramai trasferito al civico 73 e prima di affidare totalmente l’assistenza alla Re@ltec Srl alla fine degli anni Novanta.
Scendendo nel seminterrato del negozio di via Mac Mahon 75, utilizzando la scala accessibile alle spalle del bancone, superato il bagno e appena entrati in magazzino, sulla sinistra era possibile trovare una stanza. A dire il vero era più simile ad un corridoio stretto dove sulla destra, sul lato lungo, era montato un ampio bancone da laboratorio. Successivamente la stanza venne allargata abbattendo, una domenica a martellate, la sottile parete divisoria. Ma questa è un’altra storia.
In quel laboratorio ci occupavamo di:
1) riparare i prodotti fuori garanzia,
2) riparare i prodotti in garanzia per i quali avevamo ricevuto preventiva autorizzazione dai fabbricanti (vedi Commodore),
3) assemblare e configurare i computer e installare il software acquistato,
4) testare i prodotti appena arrivati oppure venduti ma tornati in negozio a causa di malfunzionamenti,
5) produrre cavi e adattatori,
6) apportare modifiche hardware.
I monitor venivano affidati ad un tecnico esterno, Lucio Cattaneo, che una volta alla settimana passava in negozio per ritirare quelli rotti e riportare quelli riparati: non ne mancava uno.
Parlando con Flavio è facile ricordare alcuni aneddoti risalenti a quel periodo. “Ricordo il caso di un cliente che riportò il computer appena acquistato perché rottosi poco dopo l’acquisto. Da una prima rapida verifica avevo capito che il cliente aveva spostato il selettore dell’alimentatore da 220v a 110v e pertanto il computer non partiva più. Era evidente che, avendo installato personalmente il DOS dopo l’assemblaggio, non potevamo aver venduto un computer con quel selettore spostato. Dopo una lunga discussione, e l’intervento del nostro titolare Igor, provvedemmo a sostituirgli l’alimentatore in garanzia. In effetti, detto tra noi, avevamo capito che a spostare il selettore era stato il figlio dodicenne del cliente, che lo aveva accompagnato in negozio, che era diventato tutto rosso una volta capito il danno cagionato. Spesso le cose andavano così”.
“Un altro caso, accaduto qualche anno prima, riguardava un cliente che ci aveva riportato un lettore floppy disk lamentando un malfunzionamento. Una volta ispezionato il floppy trovai all’interno il disco completamente maciullato ma senza la custodia in plastica: solo il disco magnetico. Interpellato il cliente, candidamente mi rispose che sulla scatola dei floppy aveva letto di estrarre il disco dalla confezione e inserirlo nel lettore”. Certamente come può un disco essere quadrato?
Flavio ricorda anche con molto piacere quando realizzò il cavo per connettere un Super Famicom appena giunto dal Giappone ad un televisore PAL. “Di solito il sabato era usanza da parte di Igor offrire il pranzo a tutti i dipendenti scegliendo tra due ristoranti, uno in zona Farini e uno in via Paolo Sarpi. Quella volta rimasi in negozio e proprio durante l’intervallo provai ad adattare un cavo scart in quanto l’immagine della console veniva generata in formato NTSC e in bianco e nero. Fu una grande soddisfazione quando, al rientro di tutti i miei colleghi dal pranzo, mi trovarono a giocare al centro nel negozio A COLORI. Ovviamente il cavo fu poi prodotto in serie e offerto in bundle con le console a quel punto messe in vendita. In laboratorio facevamo anche questo”.